Cosa rende un lavoro sostenibile e perché è importante

La pandemia di COVID-19 ha evidenziato l'importanza della sostenibilità sul lavoro, con molti lavoratori che hanno sperimentato stress, burnout e sfide nel dover ricostruire un work life balance una volta cessata l’emergenza pandemica. Un lavoro sostenibile offre benessere a lungo termine ai dipendenti e li mette in condizione di svolgere il proprio ruolo nelle migliori condizioni possibili. Include aspetti come equilibrio tra lavoro e vita privata, salute mentale e fisica, sviluppo professionale e soddisfazione sul lavoro, obiettivi che si fanno più difficilmente raggiungibili e conciliabili quando sono inseguiti da una donna.

Studi dimostrano che le aziende che investono nella sostenibilità umana hanno maggiori tassi di produttività, innovazione e fidelizzazione dei talenti. I dipendenti sono più motivati, creativi e impegnati quando si sentono supportati e valorizzati. Adottando pratiche che promuovono l'equità e l'inclusione le aziende possono attirare e trattenere talenti.

Quali sono le politiche a favore di un lavoro sostenibile

Oggi un lavoro sostenibile lo si riconosce attraverso una serie di politiche aziendali chiare e misurabili che mirano a promuovere il benessere complessivo dei dipendenti. Tali politiche possono includere programmi di supporto alla genitorialità, come congedi parentali estesi e supporto per il rientro post-congedo, la flessibilità lavorativa, che permette ai dipendenti di bilanciare le esigenze personali e professionali. Altre iniziative importanti in questo senso sono i programmi che offrono accesso a servizi di salute mentale e consulenza nutrizionale. Le aziende che promuovono la formazione continua e  opportunità di crescita professionale dimostrano un impegno verso il miglioramento continuo delle competenze dei loro dipendenti. Anche una comunicazione trasparente e regolare tra la direzione e i dipendenti, insieme a un impegno per la parità di trattamento e la non discriminazione, sono segnali di un ambiente di lavoro che valuta e sostiene la sostenibilità occupazionale.

Promuovere il work life balance è un’ottima strada per avere dipendenti felici che contribuiscono a numeri felici per l’azienda. I programmi di benessere psicofisico che possono includere palestre aziendali, sessioni di meditazione o counseling psicologico sono un’ottima soluzione, ma è necessario anche rispettare il tempo libero dei dipendenti, limitando la richiesta di straordinari e promuovendo una cultura che non stigmatizza bensì valorizza l’equilibrio tra vita privata e lavoro. Del resto, un dipendente che riesce a fare fronte agli impegni personali può affrontare quelli lavorativi senza stress e con più concentrazione, lo dicono un’innumerevole quantità di studi.

Di pari passo, bisognerebbe dare questa possibilità tanto agli uomini quanto alle donne e smettere di pensare che solo le donne hanno l’incombenza di occuparsi degli impegni extra-lavorativi. Perché, se tanto si è fatto affinché le donne svolgessero mansioni riservate un tempo solo agli uomini, è bene promuovere anche il contrario: gli uomini possono dedicarsi a impegni ancora troppo spesso considerati prerogativa esclusiva delle donne.

Occupazione femminile e lavoro sostenibile

Le criticità legate all'occupazione femminile emergono, infatti, in modo particolarmente evidente in contesti lavorativi privi di una spiccata sensibilità verso la creazione di un ambiente di lavoro sostenibile. In assenza di tali pratiche, le donne ne subiscono maggiormente le conseguenze negative a causa di una serie di fattori strutturali e culturali.

Tradizionalmente, le donne affrontano sfide come la disparità salariale, minori opportunità di avanzamento di carriera, e una maggiore responsabilità nelle attività di cura non retribuite, quali la gestione della casa e la cura dei bambini o di altri familiari. Senza politiche aziendali che promuovano flessibilità oraria, supporto per la genitorialità, e programmi di benessere specifici, le donne possono trovarsi in una situazione di svantaggio che compromette non solo la loro crescita professionale ma anche il loro benessere fisico e mentale. Di conseguenza, un ambiente lavorativo che ignora queste necessità non solo perpetua le disuguaglianze esistenti ma ostacola anche il progresso verso una maggiore equità di genere nel mondo del lavoro. Numerosi studi mostrano che le donne sono più propense a sperimentare burnout e a lasciare il lavoro a causa di un'eccessiva richiesta e di un supporto insufficiente. Ciò rappresenta una grave perdita di talenti per le aziende.

Per avere dipendenti più motivati, ridurre il turn over e aumentare la produttività le aziende devono dimostrare concretamente un impegno nella sostenibilità del lavoro. Come evidenzia la ricerca condotta da Gartner[CR1] [ML2]  Inc (società per azioni multinazionale che si occupa di consulenza strategica, ricerca di mercato e analisi nel campo della tecnologia dell'informazione e fornisce consulenza esperta alle imprese in tutto il mondo) quando le aziende personalizzano la flessibilità attorno al singolo fanno sentire i dipendenti compresi, apprezzati e degni di fiducia, la percentuale di dipendenti definiti “molto performanti” aumenta del 40 per cento. Per ottenere questo risultato è importante concentrarsi su diversi ambiti.

Le aziende devono offrire un ambiente sano e curato, e magari creare aree di svago e relax che aiutino i dipendenti a ridurre lo stress per ritornare produttivi più rapidamente.

Ogni datore di lavoro deve assicurare una retribuzione giusta ed equa, senza discriminazioni di genere, età, origine, etnia o background socio-economico.

Ogni azienda dovrebbe includere programmi di formazione per i manager sulla diversità, l'equità e l'inclusione. Le ricerche mostrano che queste pratiche non solo aiutano a trattenere e far crescere le donne, ma portano anche a una maggiore produttività, innovazione e redditività aziendale complessiva.

Occupazione sostenibile due visioni distanti

La percezione di cos'è un lavoro sostenibile varia significativamente tra i dipendenti e datori di lavoro. Mentre i primi tendono a vedere l’occupazione sostenibile principalmente come un mezzo per migliorare il proprio equilibrio tra vita privata e professionale, per la salute mentale e fisica, e per una crescita professionale equa, l’azienda spesso valuta la sostenibilità umana del lavoro attraverso la lente dell'efficienza produttiva, del mantenimento dei talenti e del rispetto delle normative.

Questa frequente discrepanza sottolinea che la base di confronto è ancora molto ridotta: da una parte i lavoratori cercano condizioni che supportino direttamente il loro benessere a lungo termine, dall’altra il datore di lavoro è focalizzato su come queste pratiche influenzino i risultati aziendali e rispondano alle normative. Questa divergenza di percezioni indica che, nonostante la crescente consapevolezza e gli sforzi per promuovere ambienti di lavoro sostenibili, c'è ancora molto da fare per allineare gli interessi dei dipendenti con le strategie di gestione del personale, al fine di creare un ambiente di lavoro davvero sostenibile che risponda in maniera equa alle esigenze di tutti gli stakeholder coinvolti.

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