Donne, STEM e imprenditorialità: riscrivendo le regole del gioco

Il 19 novembre è la Giornata Mondiale dell'Imprenditorialità Femminile[CR1] [ML2] , un’ottima occasione per fare il punto sulla situazione italiana dell’imprenditoria rosa, per monitorare gli incentivi messi a disposizione dalle istituzioni e per stimolare l’avvio di imprese femminili. Ed è anche il momento giusto per parlare delle donne che oggi sono alla guida di realtà aziendali negli ambiti solitamente considerati appannaggio maschile. Parlare di leadership di impresa femminile, soprattutto quando si tratta di superare i pregiudizi che si accompagnano agli stereotipi di genere legati alle materie STEM, mostra alle giovani donne che è possibile sfidare le regole del gioco. Non solo: testimonia che con passione, determinazione e talento le regole del gioco si cambiano giorno dopo giorno. Basta non smettere mai di promuovere l'uguaglianza di genere e supportare tutte le donne che vogliono realizzare il legittimo desiderio di avere un posto nel mondo tecnico-scientifico. Vediamo alcuni esempi di successo di imprenditoria femminile nel mondo STEM.

Gli stereotipi che frenano l’imprenditoria rosa

“Le donne sono meno portate degli uomini allo studio delle materie scientifiche" è lo stereotipo che per anni ha generato pregiudizi sulle capacità scientifiche delle donne. Fin dalle scuole primarie, le bambine interiorizzano pregiudizi negativi arrivando a convincersi di non essere portate verso materie come fisica, matematica, informatica, geometria, e tutte le scienze in genere, anche quando ne sono attratte. Non c’è da stupirsi, quindi, per l’accesso femminile ridotto ai percorsi universitari nelle materie STEM e alla successiva professione in ambito tecnico o scientifico.

Per percepire cambiamenti concreti, serve lavorare sia a livello individuale che collettivo. La dimensione scolastica, la famiglia e il mondo del lavoro sono tutti chiamati in egual modo a fornire il proprio apporto per diffondere una consapevolezza critica su questi stereotipi che generano pregiudizi negativi. Ma serve anche contrastare le cattive abitudini nel mondo del lavoro – Gender Pay Gap, contratti irregolari e poca flessibilità – che, come evidenziano i rapporti forniti da studi internazionali, contribuiscono a minare la professionalità femminile. Così come è necessario diffondere l’esempio delle donne che possono ispirare le nuove generazioni.

I dati sull’impresa femminile sono rosa

In Italia, l’imprenditoria rosa nel settore STEM dimostra crescenti segnali di successo e resilienza. Al momento, le aziende guidate da donne rappresentano il 22,18% del totale, un dato in linea con la media europea e occidentale. Le start-up innovative guidate da donne in Italia sono in crescita, con un aumento del 40% tra il 2022 e la prima metà del 2023. Le nuove start-up femminili sono attive in diversi settori, con un incremento delle imprenditrici provenienti dal campo della ricerca che hanno trasformato le loro competenze in attività imprenditoriali. L’età media è 45 anni, ma il valore si sta abbassando a 35 anni nell’11 per cento delle nuove imprese femminili. Per lo più (96,7%) si tratta di micro-imprese ovvero con meno di 10 addetti. I settori più battuti dall’imprenditoria femminile sono quello dei servizi (66,8%) mentre è ben più ridotta la presenza nell’industria (11,3%). Sebbene la maggioranza delle imprese femminili sia dislocata sul territorio Centro-Nord (63,2%) a livello regionale, tra le prime cinque regioni dove si registra una maggiore presenza dell’imprenditoria femminile, oltra a Lombardia, Veneto e Lazio, troviamo Campania e Sicilia.

Imprenditorialità femminile: modelli da imitare

Gli esempi di donne italiane, che stanno ridefinendo il panorama delle materie STEM sfidando gli stereotipi e promuovendo l'uguaglianza di genere attraverso percorsi imprenditoriali innovativi, non mancano: sono la dimostrazione che le donne hanno molto da offrire in questi campi.
Condividere i loro successi con le nuove generazioni è importante per fornire testimonianze e incoraggiare le donne a intraprendere questo percorso.

Maria Laura Albini, Arad

Maria Laura Albini è un esempio di leader di impresa femminile che ha ridefinito le regole del gioco in un settore tradizionalmente maschile. Inclusa tra le 100 donne di successo di Forbes Italia, e nelle 50 imprenditrici italiane più innovative del 2023 nella classifica Fab50 di GammaDonna, Albini ha trasformato la sua carriera nel business development in multinazionali, in una storia di impresa femminile di successo. A 40 anni, ha fondato Arad Digital, un'azienda focalizzata sulla trasformazione digitale, sostenendo attivamente giovani, donne e uomini nei loro percorsi di crescita imprenditoriale. Con una laurea Economia Aziendale e specializzazione nei Sistemi informativi, Maria Laura Albini ha combattuto contro i pregiudizi di genere optando per percorsi di studi prima e lavorativo considerati maschili, dove la discriminazione di genere è viva. Ecco perché ci tiene a trasmettere alle ragazze il messaggio che non esistono attività da uomini e che bisogna sempre tenersi stretta la libertà di inseguire i propri sogni. Il suo esempio sul lavoro, si affianca a progetti di empowerment femminile e promozione della diversità di genere attraverso programmi di mentorship. La sua storia testimonia che con la tenacia è possibile superare le barriere e influenzare positivamente le condizioni delle donne sul lavoro.

Letizia Magaldi, Magaldi Power

Nell’elenco delle Fab50 del 2023, in ambito tecnologico troviamo Letizia Magaldi vicepresidente della Magaldi Power, azienda di impiantistica con oltre 200 dipendenti che sviluppa e progetta impianti industriali ad alto contenuto tecnologico per il trasporto di materiali ad alta temperatura. Una realtà che, con le innovazioni tecnologiche introdotte da Magaldi, si arricchisce di una business line ecologica e di un nuovo impulso verso tecnologie green che sottolineano l’importanza della transizione ecologica.

Presidente dell’Associazione Economica del Messico in Italia, Letizia Magaldi ha ricevuto il premio internazionale Iconic Women Creating a Better World for All promosso dal WEF, movimento globale per l’uguaglianza in contrasto alle divisioni di genere. Si tratta di un riconoscimento importante destinato a personalità che si spendono attivamente per l’equità e lo sviluppo della leadership femminile nei settori finanziari, imprenditoriali, politici, sociali, educativi, culturali e sportivi.

Anna Munari, Tecnosystemi

Nell’elenco delle 100 donne Forbes troviamo Anna Munari, Ceo di TecnosySTEMi, un importante punto di riferimento nel mercato internazionale del condizionamento, ricambio dell’aria e ventilazione. La guida di Munari è quella di una donna che guarda al futuro: punta su tecnologie innovative, energie rinnovabile e sostenibilità, sfida gli stereotipi di genere in un campo presidiato dagli uomini. La sua idea è quella di un’impresa benefit, con un oggetto sociale dichiarato che mira a produrre impatti positivi sull’ambiente e sulla comunità. L’impegno concreto verso la sostenibilità, si accompagna alla valorizzazione delle persone, che Munari ritiene il vero capitale di un’azienda. Mettere in luce le persone e i loro talenti è la sua priorità per attuare un percorso di crescita su misura, che tenga conto delle differenti attitudini delle sue risorse.

“Le persone al centro” potrebbe essere il motto di questa visione di imprenditorialità femminile che si concentra sulla ricerca di valori e di competenze e si traduce in una forza lavoro composta dal 50 per cento di donne. Proprio per tutelare la salute dei suoi dipendenti, per loro ha adottato un programma di prevenzione con visite mediche specialistiche, attività formative e di sensibilizzazione. Sua l’idea di allestire una clinica mobile in azienda per permettere alle lavoratrici di effettuare mammografie ed ecografie gratuite per la prevenzione del tumore al seno così come quella di stipulare una polizza salute per la tutela di tutti i dipendenti.

Portare le testimonianze dell’imprenditorialità femminile in settori a dominanza maschile, parlare di figure femminili tanto importanti quanto trascurate dovrebbe essere un’attività che avviene nella norma nel mondo scolastico. Il fatto che ancora oggi si incontri resistenza quando si prova a introdurre nei programmi scolastici attività mirate alla parità di genere è la dimostrazione che bisogna lavorare ancora duramente per sradicare certi pregiudizi consolidati.

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