Il concetto di Empowerment femminile: origine e significato

Mutuata dall'inglese, la locuzione Women’s Empowerment si traduce come emancipazione delle donne. Una dichiarazione che dovrebbe suonare anacronistica nel terzo millennio e che, invece, è di grande attualità. Ma quando compare per la prima volta il riferimento all’Empowerment femminile?

Nel 1985, a Nairobi si tenne la Terza Conferenza Mondiale sulle Donne dell'ONU. Questo evento rappresenta un momento cruciale nella lotta per i diritti delle donne. Durante la conferenza, ci si riferì all’Empowerment delle donne per sottolineare la necessità di fornire strumenti e risorse necessarie per prendere decisioni indipendenti e influenzare i cambiamenti a tutti i livelli nella società, dalle dinamiche familiari alle istituzioni globali. L'obiettivo dichiarato quarant’anni fa è ancora l’obiettivo di oggi: lavorare per dare alle donne la libertà di gestire la propria vita eliminando ogni forma di discriminazione e di violenza.

Empowerment femminile, una visione a 360 gradi

Il concetto di Women’s Empowerment può concretizzarsi in maniera differente in base a diversi contesti e culture. Ci sono Paesi in cui è necessario dare alle donne la possibilità di accedere a un percorso di studi, supportare la libertà di scegliere di non diventare madri, di rimanere single o semplicemente di respingere un marito imposto dalla famiglia di origine. Ad altre latitudini, invece, l’Empowerment femminile si traduce nel diritto di essere rappresentate in ambiti di potere, per avere l’accesso ai ruoli apicali nelle organizzazioni, per avere la facoltà di fare sentire la propria voce e vedersi riconosciute come individui. O ancora ci sono contesti dove è fondamentale l’Empowerment economico per fornire alle donne gli strumenti per uscire dalla povertà, programmi di microfinanza e di sostegno allo sviluppo delle piccole imprese.

L’Empowerment femminile comporta quindi questi punti cruciali:

·       sfidare l’ideologia patriarcale che vede la dominazione del maschio e il ruolo femminile in subordinazione;

·       trasformare tutte quelle norme, istituzioni e strutture che rafforzano la discriminazione di genere e le disuguaglianze sociali;

·       permettere a tutte le donne di avere accesso e di controllare le risorse materiali e informative.

Dalle relazioni personali al contesto lavorativo, dalla vita politica a quella sociale, c’è bisogno di fare sentire la forza del’Women’s Empowerment in ogni aspetto della vita. “Una donna con una voce è, per definizione, una donna forte”, ha detto Melinda Gates, imprenditrice e informatica statunitense.

Empowerment femminile contro la violenza sulle donne

La forza del Women’s Empowerment sta nella potenza del megafono. Può avere un effetto dirompente contro la violenza sulle donne, se dà sicurezza e sostegno a chi non trova il coraggio di fare valere i propri diritti e denunciare situazioni di violenza, sia fisica che psicologica. In questo senso, ad esempio, il movimento #MeToo è stato emblematico. Esploso per testimoniare la violenza e le molestie sessuali sul lavoro, è diventato un simbolo dell’Empowerment femminile a tutto tondo.

È fondamentale sostenere questo valore anche contro quella violenza che sminuisce le capacità della donna, il suo potere decisionale e le sue opportunità, privandola di autostima e di indipendenza, dell’autonomia e del potere decisionale. L’Empowerment femminile fornisce gli strumenti per prevenire e sfuggire alle relazioni contrassegnate dalla prevaricazione fisica e/o psicologica.

Come evidenziato da diversi studi, tra cui il progetto per donne vittime di violenza domestica WE GO! (Women Economic-independence & Growth Opportunity) di ActionAid con 15 organizzazioni no profit di sette stati membri dell’UE, l’indipendenza economica ha un ruolo determinante nella decisione di abbandonare una relazione violenta. Questo implica, quindi, la necessità di lavorare sull’accessibilità delle risorse, sulla capacità delle donne di sviluppare autostima e anche sulla creazione delle condizioni sociopolitiche favorevoli.

Women’s Empowerment in politica

In ambito politico, il processo di empowerment femminile si concretizza con l’attuazione di strategie che favoriscono la rappresentazione delle donne.

Gli studi sull’Empowerment delle donne in politica evidenziano i benefici di una leadership femminile o, quanto meno di una rappresentanza bilanciata per genere.

Tra i tanti effetti positivi ci sono quelli che si riversano sull’agenda decisionale: le donne sembrano prediligere maggiormente politiche di redistribuzione della ricchezza indirizzando la spesa verso settori come sanità, istruzione e ambiente, anziché la difesa. Ma soprattutto, la presenza femminile in politica può fornire dei nuovi modelli di riferimento, fare sentire le donne rappresentate nei luoghi di potere, con benefici sull’Empowerment femminile complessivo.  

Come ha detto Sandra Day O'Connor, prima donna nominata Giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America: “Man mano che le donne raggiungeranno il potere, le barriere cadranno. Man mano che la società vedrà cosa possono fare le donne, man mano che le donne vedranno cosa possono fare le donne, ci saranno più donne là fuori a fare qualcosa, e staremo tutti meglio."

Purtroppo, secondo i dati del Global Gender Gap Report 2023 (World Economic Forum), il divario di genere si fa sentire anche in politica proprio come accade nella leadership aziendale. Sebbene ci sia stato un aumento del numero delle donne ai vertici dei processi decisionali politici nel mondo, siamo lontani dalla parità di genere.

A dicembre 2022, solo il 27,9% della popolazione mondiale viveva in Paesi con un Capo di Stato donna. Sale il numero delle parlamentari che dal 18,7 nel 2013 tocca il 22,9% nel 2022. Passi avanti si sono fatti in termini di rappresentanza delle donne a livello locale. Su 117 paesi, sono 18 quelli con la rappresentanza di donne nella governance locale oltre il 40%, mentre l’Italia si colloca sotto la media europea. Le donne nel Parlamento italiano sono diminuite per la prima volta in 20 anni, toccando il 31%. Il miraggio di una parità di genere si allontana quando si analizza la presenza femminile a livello regionale e che si accentua a livello comunale al Sud Italia. Ed è per questi motivi che c’è ancora molto da lavorare sull’Empowerment delle donne in politica.

Women’s Empowerment sul lavoro

Le sfide che le donne devono affrontare nel mondo degli affari, come dipendenti o imprenditrici, impiegate o dirigenti sono parecchie. L’ostacolo della diseguaglianza di genere, la paura di fallire, la mancanza di finanziamenti, la gestione della doppia responsabilità lavoro e famiglia sono solo alcune delle preoccupazioni da affrontare ogni giorno.

Negli ultimi anni si è evidenziata anche una certa resistenza ad aprire le professioni scientifiche alle donne. I dati mostrano che la presenza femminile è inferiore sia nello studio delle discipline STEM che nella professione. Diminuisce, quindi, anche la quantità di donne che potranno ricoprire ruoli apicali in contesti tecnico-scientifici innovativi e ben retribuiti. Non basta, quindi, garantire l’accesso a posizioni di potere di enti e organizzazioni, è anche necessario rimuovere pregiudizi che allontanano l’universo femminile dalle materie STEM.

Per promuovere la rappresentazione femminile nel lavoro, dalla collaborazione tra UN Global Impact e UN Women sono emersi i Principi di Empowerment femminile. Le due organizzazioni invitano dirigenti e CEO a seguire queste linee guida per favorire la Women’s Empowerment in azienda:

  1. Creare una leadership aziendale di alto livello per assicurare l’uguaglianza di genere.
  2. Trattare equamente le persone sul posto di lavoro, rispettando e sostenendo la non discriminazione e i diritti umani.
  3. Garantire la salute, il benessere e la sicurezza di tutti i lavoratori, uomini e donne.
  4. Promuovere la formazione e lo sviluppo professionale delle donne.
  5. Incentivare le attività, le pratiche di marketing e lo sviluppo imprenditoriale che favoriscano l’Empowerment femminile.
  6. Promuovere l’uguaglianza attraverso iniziative comunitarie e sostegno.
  7. Misurare e riferire pubblicamente sui progressi compiuti per creare l’uguaglianza di genere.

Empowerment femminile: una questione socio-culturale

Nello studio di European Experts’ Network on Culture il rapporto della Commissione Europea redatto da Amelie Menzel viene evidenziato che nonostante il numero delle donne occupate in ambito culturale e creativo sia elevato, c’è ancora tanta strada da fare per colmare il gender gap. Come riporta il documento: “...le donne sono ancora obbligate ad assumersi la maggior parte dei compiti di assistenza non retribuiti e devono affrontare maggiori sfide nel conciliare lavoro retribuito e vita privata".

Meno pagate degli uomini, più sottovalutate e meno rappresentate nelle posizioni apicali e decisionali, le donne continuano a essere sopraffatte da una cultura stereotipata che impedisce il riconoscimento di pari diritti e dignità.

I processi di discriminazione, anche inconsapevoli, si innestano infatti in un terreno che si nutre di retaggi culturali da estirpare. Gli stereotipi di genere definiscono le persone per quello che dovrebbero essere, producendo aspettative diverse nei comportamenti maschili e femminili. Contrastare queste barriere culturali, che impediscono l’empowerment femminile e di fatto ostacolano l’affermazione e l’autonomia delle donne nella nostra società, significa anche dare spazio al potenziale inespresso della metà delle risorse umane del pianeta.

Promuovere una nuova visione socio-culturale è necessario per modificare una consolidata quanto scontata divisione dei ruoli nell’ambito familiare, per aprire le prospettive occupazionali e di carriera, per promuovere un ambiente che dia pari opportunità in termini di indipendenza e realizzazione di sé come individuo.

Se diamo, poi, uno sguardo oltre i confini dell’Italia e anche dell’Europa, ci sono Paesi dove lo sviluppo dei processi di empowerment femminile rappresenta una possibilità di crescita sociale e culturale di portata radicale.

Sebbene si stiano facendo progressi, c’è ancora molto su cui impegnarsi per risolvere i grandi problemi della disuguaglianza di genere anche nel campo dell’accesso all’istruzione. In troppi Paesi, si dà meno valore alle femmine rispetto ai maschi. Invece di essere libere di studiare, ci sono donne che tutt’ora vengono costrette ai lavori domestici o date in sposa per una dote prima ancora di diventare adulte. Lavorare sull’inclusione, su nuovi modelli di comportamento che abbattono gli stereotipi e permettono alla donna pari opportunità è una risposta alla necessità di vivere in contesti abitativi più sani che contrastano la violenza, le differenze di genere e le discriminazioni.

I dati sono da brividi, se si pensa che ogni anno si sposano ben 12 milioni di minorenni. Malala Yousafzai, la giovane attivista pachistana, ha dichiarato con passione: "Non possiamo avere tutti successo quando metà di noi è tenuta indietro", enfatizzando l'importanza dell'Empowerment femminile per promuovere l'educazione e la consapevolezza sull'uguaglianza di genere ed eliminare le ingiuste norme sociali e culturali che ostacolano le donne.

Voci per l'uguaglianza: citazioni sull’Empowerment femminile

Il percorso per l'uguaglianza delle donne è stato alimentato e ispirato da numerose figure femminili che, con le loro parole, hanno acceso il desiderio di cambiamento e giustizia. Nel suo libro Lean In, Sheryl Sandberg, imprenditrice e prima donna a entrare nel Consiglio di Amministrazione di Facebook, scrive: “Servono donne a tutti i livelli, compresi i ruoli apicali, per modificare certi meccanismi, agire sulle modalità di relazione e avere la certezza che le voci delle donne siano ascoltate invece di essere ignorate”.

L’attivista pakistana Malala Yousafzai, che si batte per la Women’s Empowerment, ha dato voce al diritto delle bambine di studiare, attirando su di sé la violenza dei Talebani quando, durante il suo discorso all’ONU del 12 luglio 2013 a New York, ha detto: “Voglio fare sentire la mia voce non perché posso gridare, ma perché chi non ha voce possa essere ascoltato. Quelli che lottano per i loro diritti: il diritto di vivere in pace, il diritto di essere trattati con dignità, il diritto di pari opportunità e il diritto di ricevere un’istruzione”.

La scrittrice Simone de Beauvoir ha magistralmente affermato: "Non si nasce donna: si diventa", sottolineando l'importanza dei costrutti sociali nell'identità di genere. E Chimamanda Ngozi Adichie, autrice nigeriana, ha saggiamente osservato: "Dobbiamo crescere le nostre figlie diversamente. Ma dobbiamo anche crescere i nostri figli diversamente", evidenziando l'importanza dell'educazione sia per le ragazze sia per i ragazzi in una società che aspira all'uguaglianza. Queste citazioni, tra le molte, sono l'eco di una lotta incessante per la parità di genere.

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