Il divario tra lavori "da uomini" e lavori "da donne" si appiana: ecco come

ll Gender Gap sul lavoro continua a essere una sfida, in particolare nei settori tradizionalmente a prevalenza maschile. La buona notizia è che l’erogazione del bonus per le assunzioni delle donne[CR1] [ML2] , strumento importante da utilizzare per aumentare la presenza femminile nel mondo del lavoro, è stata confermata anche per il 2024. A chi si chiede se ci sia davvero bisogno di incentivi alle assunzioni di lavoratrici, rispondono in maniera eloquente i numeri. Come evidenzia il rapporto Women, labour markets and economic growth, presentato a giugno dalla Banca d’Italia, i dati registrati sul divario di genere del 2022 dovrebbero preoccupare. Mostrano, infatti, che risulta occupato solo il 51 per cento delle donne contro il 69 per cento degli uomini. Segue a ruota il problema del Gender Pay Gap: lo stesso rapporto evidenzia che la retribuzione per le lavoratrici è in media inferiore dell’11 per cento di quella maschile. Quindi, per rispondere alla domanda: le agevolazioni per le assunzioni delle donne servono, così come serve sostenere l’imprenditoria femminile, a cominciare da quei settori dove vige ancora una mentalità radicata nello stereotipo di genere.

Ridurre il Gender Gap nei “settori maschili”

Come dimostrano i dati Istat, settori come la meccanica, l’ingegneria, l’informatica e più genericamente i campi STEM sono esempi evidenti di una disparità che si manifesta attraverso una minore rappresentanza femminile, differenze salariali e limitate opportunità di avanzamento professionale per le donne.

Ridurre il Gender Gap in questi settori è una questione di equità e giustizia sociale, ed è anche indispensabile per avere le risorse necessarie allo sviluppo richiesto dal mercato. La diversità di genere porta creatività, decisioni più equilibrate e un ambiente lavorativo dinamico e inclusivo. Inoltre, l'apporto delle donne in questi settori può aprire a nuove prospettive e soluzioni innovative, essenziali per il progresso tecnologico e scientifico.

Per affrontare questa sfida, il Bonus assunzioni donne 2024 si presenta come uno strumento chiave perché dovrebbe riuscire a muovere le acque nei settori più refrattari alla presenza di forza lavoro femminile. Il bonus in questione va inteso come un’iniziativa per favorire l’assunzione di quelle donne che hanno difficoltà ad accedere al mercato del lavoro e a ottenere un impiego. [CR3] [ML4]

Come funziona il bonus assunzioni donne

La nascita di questo tipo di bonus risale alla Legge Fornero quando è stato introdotto in modo strutturale dalla Legge del 28 giugno 2012 n. 92 che prevede il riconoscimento dello sgravio alle imprese per l’assunzione di lavoratori[CR5] [ML6]  con almeno cinquant’anni di età, disoccupati da oltre dodici mesi. Questa agevolazione alle assunzioni dovrebbe servire a contrastare la disoccupazione femminile e offrire, quindi, un’opportunità a chi si trova in una posizione di svantaggio, anche in quei settori tradizionalmente presidiati dagli uomini. In pratica, il bonus permette alle aziende un esonero contributivo sull’assunzione di donne svantaggiate, sia a tempo determinato che indeterminato, nei settori e nelle professioni caratterizzati da un divario di genere superiore al 25 per cento. L’esonero disponibile è pari al 100 per cento dei contributi previdenziali a carico dell’azienda, con un limite massimo di 8.000 euro l’anno ed è concesso all’azienda che assume donne con contratto a tempo determinato, indeterminato, part-time o di somministrazione.

I requisiti per accedere al Bonus donna 2024

Il bonus che incentiva le assunzioni spetta ai datori di lavoro che impiegano lavoratori che rispondono a uno dei seguenti requisiti:

●      donne con almeno 50 anni di età e disoccupate da oltre un anno;

●      donne di ogni età, che sono residenti in aree svantaggiate e che da almeno sei mesi sono senza un’occupazione che sia regolarmente retribuita;

●      donne di ogni età con professione o di un settore caratterizzato da disparità occupazionale e di genere, che sono senza un’occupazione regolarmente retribuita da almeno sei mesi;

●      donne di ogni età, ovunque residenti, prive di impiego regolarmente retribuito da 24 mesi.

Come si ottiene l’agevolazione per l’assunzione delle donne? Richiedere all’INPS il bonus assunzioni per donne è semplice: il datore di lavoro deve inviare la comunicazione telematica di assunzione, oppure proroga o trasformazione del rapporto di lavoro) con il modello 92-2012 che si trova sul Portale Agevolazioni dell’Inps.

Quali sono i settori con gli incentivi alle assunzioni

Ogni anno i criteri per la messa a punto di questa specifica agevolazione alle assunzioni, il Bonus Donna, vengono adeguati in base ai dati Istat che fotografano lo stato del gender gap in Italia. Con Decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con il Ministero dell’economia e delle finanze, sono stati identificati per il 2024 specifici settori economici dove la disparità di genere è particolarmente pronunciata. Questi settori sono stati selezionati sulla base di un tasso di disparità uomo-donna che supera di almeno il 25 per cento la media nazionale, secondo le elaborazioni effettuate dall’Istat per l'anno 2022.

●      Nel settore agricoltura dove la presenza femminile si attesta al 27 per cento e quindi gode delle agevolazioni alle assunzioni, ci sono poi professioni dove la percentuale di donne è più scarsa: solo il 17 per cento tra agricoltori e operai specializzati dell’agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia.

●      Nella fotografia del settore industria i panorami maschili si concentrano in ambito costruzioni dove le donne rappresentano l’8,8 per cento del totale, industria estrattiva, energetica, manifatturiera, acqua e gestione rifiuti.

●      Nell'ambito dei servizi si fanno notare il settore trasporto e magazzinaggio dove le donne sono il 21,5 per cento e l’area informazione e comunicazione con il 31,8 di quote rosa.

●      Tra le professioni elencate, dalla speciale Commissione del Ministero, come destinatarie degli incentivi alle assunzioni di donne, è sorprendente la scarsa presenza femminile nelle forze armate: tra gli ufficiali la quota rosa è dello 0,8 per cento; la percentuale femminile migliora ma è bassa anche tra sergenti, sovrintendenti e marescialli (2,6); e nella truppa delle forze armate sale a 6,2 per cento.

Non stupiscono i valori bassi riscontrati in quelli che sono considerati “tipici lavori da uomini”. Nella tabella con i dati Istat troviamo:

●      i conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento dove solo un 2,1 per cento è donna.

●      gli artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche dove la presenza delle lavoratrici (2,3%) è in termini di percentuale pressoché la medesima del settore artigiani e operai specializzati dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici (2,5 per cento).

I dati Istat evidenziano anche la chiara disparità di genere nel campo delle professioni STEM che, grazie alle agevolazioni alle assunzioni di donne, dovrebbero vedere un incremento delle quote rosa.

Ad oggi, nelle professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione solo il 16,3 per cento è donna. Migliora, ma di poco, la presenza femminile tra gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (22 per cento). Lo stesso vale tra ingegneri, architetti e professioni assimilate dove le agevolazioni alle assunzioni potrebbero vedere crescere la presenza di donne che oggi è ferma al 22,3 per cento.

Bonus all’imprenditoria femminile e giovane

Tra i settori e le professioni individuate dalla Commissione e riportate nelle tabelle, ai fini della concessione degli incentivi per assunzioni di donne svantaggiate, si registra un’evidente disparità tra uomo e donna anche tra imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende (20,4 per cento donna) e tra imprenditori e responsabili di piccole aziende (sono donne solo il 26,4 per cento).
Ma per l'imprenditoria femminile e giovane, con il DDL Made in Italy è in arrivo nel 2024 un aiuto da 10 milioni di euro complessivi. Le imprenditrici potranno contare su finanziamenti agevolati a tasso zero per investimenti che coprono fino al 90 per cento possono farne richieste le imprese costituite da non più di 60 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione; con una compagine composta per oltre la metà numerica dei soci e di quote partecipazione, da donne tra i 18 ed i 35 anni.

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