La maternità sul lavoro: da competenza personale a professionale

Se da una parte si rafforza la tendenza a considerare la maternità attraverso una lente puramente personale o familiare, dall’altra si fa strada la visione della maternità e delle competenze genitoriali come potenziali di crescita anche nel contesto professionale. Questa fase della vita è una vera e propria palestra di competenze trasversali, utili se non indispensabili nel mondo del lavoro.  

Le mamme lavoratrici, attraverso la loro esperienza genitoriale, sviluppano abilità che meritano di essere riconosciute e valorizzate in ambito lavorativo. Infatti, le aziende che se ne sono accorte oramai considerano la maternità quasi al pari di un Master che potenzia Soft Skill quali la flessibilità mentale, l’empatia, le capacità decisionali e di delega, di gestire le complessità e le priorità. Tutte competenze spendibili in ambito lavorativo: serve solo averne consapevolezza e riconoscere che la genitorialità è un valore aggiunto per la crescita dei lavoratori e per l’azienda che ne usufruisce.

Così migliora la gestione del tempo

Una delle prime skill acquisite durante la maternità è senza dubbio la gestione del tempo. Le madri lavoratrici imparano l’arte del multitasking: sono insuperabili nella loro capacità di gestire più attività contemporaneamente, perché devono farlo continuamente nella cura dei figli e nella conciliazione delle esigenze personali e professionali. Grazie anche allo sviluppo di abilità multi shifting, ovvero le neo mamme imparano a concentrarsi rapidamente spostando l’attenzione da un oggetto all’altro, da un compito a un altro, proprio come quando devono prendersi cura del bebè.

Lo confermano le neuroscienze che, con l’arrivo di un nuovo figlio, la velocità di connessione fra neuroni nel cervello materno cresce esponenzialmente, a tutto vantaggio della memoria e della capacità di spostarsi rapidamente tra un compito e l’altro. Queste competenze genitoriali, una mamma lavoratrice le porta sul lavoro per tradurle in un’efficace gestione del tempo, per ottimizzare le ore produttive e dare la giusta priorità ai compiti con un’organizzazione che permette di rispettare le scadenze in maniera fruttuosa.

Un allenamento della capacità relazionali

La maternità sviluppa empatia e capacità relazionali. Comprendere i bisogni e rispondere a quelli di un bambino aiuta a potenziare una profonda capacità di ascolto e di comprensione. Ci si relaziona anche con altre persone coinvolte nella cura del bimbo, si impara l’importanza dei non detti, delle espressioni e della gestualità, oltre che ad ascoltare e confrontarsi con altri punti di vista. Sul lavoro, queste abilità affinate dalle mamme lavoratrici si rivelano fondamentali per costruire relazioni positive, per guidare i team al meglio e per negoziare con successo.

Lo stress non fa più paura

La gestione dello stress e la resilienza sono competenze intimamente legate all'esperienza della maternità. Affrontare le sfide quotidiane, bilanciare le responsabilità familiari con quelle lavorative, e controllare le pressioni emotive e fisiche, rendono le mamme lavoratrici particolarmente abili nel mantenere la calma in situazioni di forte stress. Chi è allenato ad avere nervi saldi nonostante il coinvolgimento emotivo, non si perde di certo davanti a questioni che investono la sfera razionale. Questa capacità delle madri di rimanere focalizzate e produttive, anche sotto pressione, è un asset prezioso in ogni ambiente lavorativo.

Le competenze di problem solving si accentuano

Ogni giorno, le madri si trovano a dover risolvere piccoli e grandi problemi, spesso in modo creativo e innovativo. Del resto, quando si sa governare lo stress e si è flessibili, diventa più semplice usare il pensiero laterale per potenziare la capacità di problem solving. Ecco perché questa è una di quelle Soft Skill considerate femminili, che si rivela particolarmente preziosa nel contesto lavorativo, dove è sempre necessario saper trovare soluzioni rapide ed efficaci a situazioni impreviste o complesse.

Per mamma e papà la parola adattarsi è pane quotidiano

L’adattabilità è una di quelle competenze genitoriali che si sviluppano durante la maternità e che toccano anche i padri. Con l’arrivo di un figlio cambiano tutte le regole del gioco, le mamme e i papà scoprono di dover navigare attraverso cambiamenti continui e imparano ad adattarsi a nuove situazioni con resilienza. Questa flessibilità è una risorsa sul lavoro, specialmente in contesti in rapida evoluzione o in situazioni di crisi.

Le strategie a disposizione delle aziende

Valorizzare le competenze genitoriali in azienda non solo riconosce il contributo unico delle mamme lavoratrici, ma promuove anche un ambiente lavorativo più inclusivo e produttivo. Per realizzare questo obiettivo, le imprese possono adottare diverse strategie che non solo facilitano l'integrazione delle competenze genitoriali, ma ne esaltano il valore all'interno del contesto lavorativo.

Il primo passo consiste nel riconoscere la maternità come palestra di competenze trasversali da valorizzare come abilità professionali vantaggiose. Questo può avvenire attraverso percorsi di formazione per i responsabili delle risorse umane e per i manager su come identificare e valorizzare queste abilità nei processi di selezione, valutazione delle performance e sviluppo di carriera.

Più flessibilità e meno dimissioni

La difficoltà di conciliare vita privata e professionale è alla base dell’ondata delle dimissioni che sta investendo il mercato del lavoro italiano e straniero. Basta dare un’occhiata ai numeri per capire che essere una mamma lavoratrice in Italia non è affatto facile. Nel 2022 sulle 61.391 dimissioni (+17,1% rispetto all’anno precedente) oltre 44 mila donne si sono licenziate, in gran parte neomamme. All’origine delle dimissioni c’è proprio la difficoltà di conciliare vita privata e professionale.

Implementare politiche di lavoro flessibili è fondamentale per permettere alle mamme lavoratrici di esprimere al meglio le loro competenze. Orari flessibili, possibilità di lavoro da remoto e part-time qualificato sono esempi di come le aziende possono facilitare un equilibrio tra vita professionale e responsabilità genitoriali, riducendo lo stress e aumentando la produttività.

Una strategia aziendale questa, che hanno adottato le aziende Vici e Roc quando hanno integrato un percorso di formazione con Gi Group, mirato a favorire il rientro in azienda delle neomamme lavoratrici dopo il periodo di maternità.

Creare programmi di coaching e formazione che includono moduli specifici sulle Soft Skill acquisite attraverso la maternità può, infatti, aiutare a sensibilizzare tutto il personale sull'importanza di queste competenze. Inoltre, offrire percorsi di sviluppo che consentono alle mamme di esplorare ruoli e progetti che valorizzano le loro abilità uniche può aumentare la motivazione e la soddisfazione lavorativa.

Sostenere la maternità concretamente

Per evitare che le madri lavoratrici si sentano sole, non comprese se non addirittura penalizzate dalla loro legittima scelta di maternità, è importante per ogni azienda incrementare le attività di supporto, come gruppi di lavoro per genitori, che servono per condividere esperienze, strategie e confronto. Questi spazi possono rivelarsi anche utili per identificare e promuovere pratiche lavorative che utilizzano al meglio le competenze genitoriali.

Integrare la valorizzazione delle competenze genitoriali nelle politiche aziendali di diversità e inclusione può rafforzare l'impegno dell'azienda verso un ambiente lavorativo equo e supportivo. Questo include la lotta contro gli stereotipi di genere e la promozione di una cultura aziendale che veda la maternità non come un ostacolo, ma come un valore aggiunto. In Danone, azienda che da almeno un decennio supporta la genitorialità con una parental policy, il 100%, delle mamme rientra al lavoro dopo avere avuto un figlio e il 40% delle promozioni riguarda mamme lavoratrici rientrate dal congedo maternità, ha spiegato in un’intervista l’HR director South Europe Danone Specialized Nutrition.

Valorizzare le mamme lavoratrici per cambiare passo

Il lavoro del genitore è un’attività a tempo pieno, una palestra per affinare competenze genitoriali da trasferire sul lavoro con una policy aziendale adeguata. Serve anche un sistema di feedback e valutazione continua che permetta di monitorare l'efficacia delle politiche implementate. Ascoltare le esperienze e i bisogni delle mamme lavoratrici può, infatti, offrire spunti preziosi per migliorare e adattare le strategie aziendali in modo da valorizzare al meglio le competenze genitoriali.

Gli esempi di successo nel mondo del lavoro non mancano. Basti pensare a Avanade, azienda leader nella fornitura di servizi digitali innovativi, che dopo aver adottato con successo i percorsi per genitori con figli entro i tre anni di età ha esteso il servizio a tutti i genitori di ragazzi minorenni.

Oppure si può guardare l’esperienza di un gruppo noto come Barilla che con il suo programma Parental Leave sostiene i dipendenti nella transizione della genitorialità, attraverso iniziative di valorizzazione delle persone e di supporto concreto.

Grazie a una parental policy adeguata, ogni azienda può migliorare la qualità della vita lavorativa delle mamme lavoratrici, e arricchirsi di una forza lavoro più resiliente, empatica e capace di affrontare con successo le sfide del mondo professionale contemporaneo.

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