Leadership femminile: Il potere delle donne leader

Da decenni si studia e si parla di leadership al femminile, a volte anche trascurandone il vero significato e il valore intrinseco. La leadership femminile è un modello che enfatizza l’empatia, l’intelligenza emotiva e la collaborazione e produce, secondo le indagini condotte, effetti benefici concreti sulla collettività. Sebbene storicamente questi tratti siano stati associati al genere femminile, è importante capire che non sono caratteristiche esclusive di un genere, perché possono essere messe in luce da ogni individuo con notevoli vantaggi.

Ormai è un dato di fatto che, adottando uno stile di leadership al femminile, si possono ottenere maggiori risultati dal proprio gruppo di lavoro. Gli effetti positivi si riscontrano in un approccio operativo di maggiore impegno, con un ritrovato spirito collaborativo e sentimenti che sul piano concreto si traducono in attività che massimizzano l’efficacia, producono soddisfazione e generano un diffuso sentimento di fiducia nel proprio leader.

Cos’è la leadership femminile?

Ci sono donne leader che rappresentano un modello di riferimento per chi vuole adottare questo stile di leadership che può e deve diventare gender free. Associata a tratti e valori tradizionalmente femminili, la leadership dà risalto alla costruzione delle relazioni, con una certa attenzione al benessere, all’inclusività, alla crescita e con un approccio olistico ai processi decisionali.

Il modello di leadership al femminile non deve essere appannaggio esclusivo delle donne, perché si tratta di imparare a dare spazio ai membri del team, incoraggiare alla partecipazione, offrire ascolto, delegare compiti in un processo di responsabilizzazione che promuove la collaborazione interna. Un atteggiamento positivo a tuttotondo, quindi, che, come conseguenza naturale, sviluppa spontaneamente un ambiente di lavoro sereno, un luogo dove diventa più semplice gestire le criticità e superare eventuali conflittualità. Le donne che adottano la leadership femminile oggi hanno successo: riconoscono e premiano le prestazioni di valore, e sanno investire nello sviluppo professionale dei propri dipendenti.

Donne leader vs uomini leader

A differenza della cosiddetta leadership classica, ovvero quella maschile, le donne leader tendono a essere più collaborative. Si confrontano con i membri del team prima di prendere una decisione, valorizzando le idee altrui, incarnando appieno l’essenza dello spirito di squadra che si basa sulla comunicazione aperta e sul rispetto reciproco.

La leadership maschile, invece, è caratterizzata da dinamiche opposte:competitività e assertività sono il fulcro di un sistema di relazioni basato sul rispetto delle gerarchie in tutti gli ambiti, a cominciare dai processi decisionali. Non c’è una particolare propensione agli scambi con riflessioni aperte a tutti i livelli. I processi decisionali rimangono solitamente circoscritti a una piccola cerchia. Nello schema classico di direzione, il leader tradizionale estende poi con istruzioni chiare le direttive, che sono mirate al raggiungimento dello scopo, con un approccio pragmatico considerato molto efficace.

Donne leader oltre gli stereotipie i pregiudizi

Nel suo libro Hit Refresh, Satya Nadella, CEO di Microsoft e designato Imprenditore dell'anno 2019 da Fortune Magazine, indica l'empatia come la qualità principale su cui dovrebbero lavorare sia gli uomini che le donne leader per guidare un’attività fiorente. Una qualità che, a sua detta, è la chiave d’accesso per aprire le porte della comprensione e della collaborazione, senza le quali ogni processo di innovazione si rivela molto più lento e complicato da raggiungere.

Gli stereotipi e i pregiudizi associano il potere, la forza e l’autorità alla mascolinità. Allo stesso modo, sull’altro fronte identificano la leadership femminile come una guida blanda, inconsciamente legata alla sottomissione, alla debolezza e alla passività. Queste percezioni, legate a una società patriarcale, hanno fatto sì che negli anni passate le donne leader venissero etichettate come inefficienti e di poco polso, per quanto potessero essere tecnicamente competenti.

Oggi, per mettere in luce le proprie qualità di donne leader, non è più necessario abdicare la propria natura per indossare i panni del macho che guida con pugno di ferro. Lo dimostra il successo di quelle donne che, senza cedere alla tentazione di copiare i comportamenti maschili, hanno scelto come loro modello di leadership un approccio collaborativo e inclusivo.

Donne e leadership: una scelta da compiere

Per quanto i tratti femminili sul lavoro e nei leader siano sempre stati sottovalutati e associati alla debolezza, il modello di leadership femminile descrive un approccio aperto verso il mondo, verso il lavoro e verso l’altro: collega, subordinato o cliente che sia.

Questo non significa che in tutte le donne la leadership sia esercitata alla stessa maniera di default, in quanto esponenti del genere femminile. Ci sono donne al comando di gruppi di lavoro, di reparti o di aziende che sono cresciute professionalmente adottando l’unico modello di riferimento possibile: quello classico, intrinsecamente associato ai valori della mascolinità.

Oggi, fortunatamente, le peculiarità della natura femminile non sono più considerate segni di debolezza e sottomissione. Bensì sono riconosciute come un valore aggiunto anche quando accompagnano i tratti di ogni leader, donna o uomo che sia. Ecco perché, gli uomini dovrebbero adottare alcune o tutte le caratteristiche positive di questo stile per combinarle al proprio modello di riferimento così da diventare leader più efficaci, che sanno modulare il proprio piglio direttivo a seconda della situazione o del gruppo di lavoro che stanno guidando.

La valorizzazione del modello di leadership femminile non deve quindi essere vista come un’alternativa che si oppone in toto al vecchio stile. Può essere considerata come un arricchimento, un complemento utile a creare leader illuminati.  

Leadership al femminile: unmodello anche per gli uomini

Nel 2016 Michelle Obama, ex first lady degli Stati Uniti, ha scritto A Feminine Leadership. Nel libro rivela quali sono le strategie da lei adottate per diventare una guida di riferimento popolare e amata quanto, se non di più, del leader che allora era l’uomo più potente del mondo. Nei suoi racconti parla di qualità come solidarietà, empatia, comunicativa, di cui gli uomini, a sua detta, spesso mancano.

Bisogna abbracciare la sfera femminile che c’è in ogni individuo e accompagnarlo nel cuore del mondo del lavoro, per rendere la leadership delle donne un modello che anche l’uomo non abbia paura di adottare. Non dimentichiamo che il maschile e il femminile sono due parti del tutto. Come lo yin e lo yang sono elementi essenziali di ogni individuo. Carl Jung chiamava anima e animus gli elementi maschili e femminili, che possono esistere in forma “attiva” o“dormiente”. Dunque, quello che si può fare per costruire una leadership equa è esaminare le capacità che sono già “attive” e risvegliare quelle che invece sono ancora sopite dentro di noi.

Leadership femminile: esempi di successo

Le caratteristiche della leadership al femminile appartengono a tutti. Sono quelle qualità che ci permettono di creare delle connessioni, metterci in posizione di ascolto, imparare dagli altri, condividere ed evolvere. Integrate con le migliori qualità maschili possono dare vita e spazio a una potente creatività, collaborazione inclusiva e competizione solidale. Esplorare il lato femminile significa alimentare la genialità delle intuizioni, la forza della gentilezza e la capacità di stimolare il potenziale negli altri.

Convinta che le pari opportunità siano un elemento di differenziazione che genera valore concreto è Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratrice Delegata di MSD Italia, multinazionale leader nel settore farmaceutico. Come lei stessa sottolinea in un’intervista al magazine IO donna, nel suo modello di leadership al femminile la parità di genere è sempre stata l’obiettivo posto in cima alla lista delle priorità aziendali. E i successi non si sono fatti attendere. Le donne oggi compongono il 100 per cento del board, coprono il 60per cento dei dipendenti totali, il 70 per cento delle promozioni e il50 per cento del cosiddetto Leadership Team.

Un altro esempio concreto dei buoni frutti delle leadership femminile lo troviamo anche all’interno di EF, gruppo internazionale specializzato nella formazione linguistica. «Le donne impiegate a tutti i livelli sono molte, inItalia rappresentano addirittura il 70 per cento dell’occupazione totale. Si tratta di una presenza femminile spalmata su tutti i livelli». Non ci sono solo amministratrici delegate, ma anche Country manager, dirigenti di reparti finanziari e tecnologici, manager dei gruppi di vendita, responsabili di uffici e scuole. Come è possibile?

Perché all’interno dell’azienda, la leadership al femminile sostiene e forma altre donne, abbatte le barriere e rimuove tutti quegli ostacoli che, altrimenti, impediscono le pari opportunità di carriera. «Il mondo può essere migliore se le persone cercano di capirsi» ha dichiarato alla stampa Silvia Gerboni, Marketing e Communications manager di EF. «Sulla base delle esigenze personali, siamo sempre disponibili a valutare modalità che incontrino le singole necessità di chi lavora con noi». Una policy che prevede programmi di formazione interna, prevenzione dei pregiudizi e della disuguaglianza attraverso un incremento della diversità a ogni livello, come quella sviluppata all’interno del Gruppo EF, offre l’esempi di come si può concretizzare una leadership femminile illuminata.  

 

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