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Reverse Mentoring e STEM: colmare il divario di genere con l’innovazione

Ne sentiamo parlare sempre di più: le materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) rappresentano il motore dell’innovazione e della crescita economica. Purtroppo, però, nonostante la presenza femminile in questi settori potrebbe aiutare a superare il divario digitale, la loro partecipazione rimane bassa, ostacolata da stereotipi di genere, barriere culturali e un divario generazionale marcato. Una delle strategie per affrontare queste sfide è il reverse mentoring, un approccio innovativo che favorisce uno scambio bidirezionale di conoscenze tra giovani talenti e professionisti senior. Questo metodo non solo migliora l’inclusione delle donne nelle STEM, ma promuove anche una cultura aziendale orientata al rispetto e all’innovazione.
Reverse Mentoring: definizione e obiettivi
Il reverse mentoring ribalta i tradizionali ruoli di mentoring, coinvolgendo i giovani professionisti come mentor dei colleghi senior. In questo modello, i giovani condividono competenze tecnologiche e prospettive innovative, mentre i professionisti senior offrono esperienza e conoscenza del settore. Questa pratica si dimostra particolarmente efficace nel ridurre il divario generazionale e nell’abbattere stereotipi di genere, offrendo alle donne l’opportunità di emergere in contesti dominati dagli uomini, come le materie STEM.
Gli obiettivi principali del reverse mentoring in questo specifico contesto includono:
- Promuovere l’equità di genere nei settori STEM;
- Facilitare l’apprendimento continuo tra generazioni;
- Creare team più inclusivi e collaborativi;
- Rafforzare la fiducia reciproca e la condivisione delle competenze.
Le sfide delle donne nelle STEM
Le donne che scelgono di intraprendere carriere nelle STEM affrontano numerose sfide, tra cui:
- Stereotipi culturali: l’idea che le STEM siano un ambito maschile limita spesso l’accesso delle donne a queste carriere;
- Mancanza di role model: l’assenza di figure femminili di successo nelle STEM riduce la motivazione delle giovani donne.
- Digital divide generazionale: le competenze tecnologiche spesso non vengono valorizzate nei contesti aziendali tradizionali, creando un ulteriore ostacolo per le donne più giovani.
I benefici del reverse mentoring nel settore STEM
Grazie al reverse mentoring, le giovani professioniste possono:
- Dimostrare le proprie competenze tecnologiche e manageriali;
- Rafforzare il proprio ruolo all’interno dei team STEM;
- Ricevere consigli e supporto dai colleghi senior per affrontare le sfide della leadership.
Insomma, il reverse mentoring aiuta a costruire ambienti di lavoro in cui il dialogo intergenerazionale riduce le disuguaglianze e favorisce l’empowerment femminile. Questa pratica contribuisce anche a sensibilizzare i colleghi senior sui pregiudizi inconsci e sull’importanza di sostenere le donne nel loro percorso professionale.
Percezione delle donne e impatto aziendale
In Italia, l'adozione di programmi di mentoring e reverse mentoring nelle aziende è ancora limitata. Secondo un'indagine condotta da Valore D, solo il 23% delle aziende italiane ha implementato iniziative strutturate di mentoring per promuovere l'inclusione femminile nelle discipline STEM.
Le donne che partecipano a questi programmi riportano benefici significativi. In particolare, il 65% delle partecipanti ha dichiarato di aver acquisito maggiore fiducia nelle proprie capacità professionali, mentre il 70% ritiene che tali iniziative abbiano contribuito positivamente al proprio sviluppo di carriera.
Questi dati evidenziano l'importanza di ampliare l'implementazione di programmi di mentoring e reverse mentoring nelle aziende italiane, al fine di sostenere e valorizzare la presenza femminile nei settori STEM. L'aumento di tali iniziative potrebbe contribuire a ridurre il divario di genere e a promuovere una cultura aziendale più inclusiva e innovativa.
Come implementare il reverse mentoring
Le aziende che adottano il reverse mentoring registrano spesso un aumento della creatività e dell’efficienza, grazie all’integrazione di prospettive diverse e all’adozione di strumenti tecnologici innovativi.
Ecco alcuni passaggi per poterlo implementare con efficacia:
- Definire obiettivi chiari: stabilire risultati misurabili, come l’aumento della diversità nei team STEM;
- Selezionare i partecipanti: identificare giovani talenti e colleghi senior motivati e aperti al confronto;
- Creare coppie di mentoring bilanciate: assicurarsi che i partecipanti abbiano competenze complementari;
- Formare i partecipanti: organizzare workshop per preparare mentor e mentee a gestire il processo in modo efficace;
- Monitorare i progressi: valutare regolarmente l’impatto del programma attraverso feedback strutturati;
- Celebrarne i successi: condividere storie di successo per ispirare altri colleghi a partecipare.
Esempi e best practice
In Italia, diverse aziende hanno adottato iniziative di reverse mentoring e programmi dedicati a promuovere la partecipazione femminile nelle STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), contribuendo a colmare il divario di genere e generazionale.
ABB Italia ha lanciato l'ABB Sustainable Talent Program, un percorso formativo e di mentoring rivolto a giovani donne specializzate in ambito STEM. Questo programma mira a facilitare la transizione dal mondo accademico a quello professionale, offrendo sessioni di mentoring con professionisti esperti e workshop per sviluppare competenze trasversali. L'iniziativa si inserisce nella campagna «ABB4Equity», dedicata all'inclusività e alla valorizzazione dei talenti femminili.
Air Liquide Italia ha implementato il programma "Women in TCL" all'interno della sua iniziativa Technical Community Leaders (TCL). Questo progetto riconosce e valorizza le competenze tecnico-scientifiche delle donne, promuovendo attività di mentoring per facilitare lo scambio di conoscenze e lo sviluppo di competenze chiave. L'obiettivo è sostenere l'empowerment femminile e incentivare la presenza delle donne in ruoli tecnici e scientifici.
GirlsRestart, una piattaforma dedicata all'empowerment femminile, ha lanciato il programma "CEO Factory", che coinvolge oltre 100 CEO di importanti aziende italiane e internazionali. Questo progetto offre mentorship gratuite a donne manager ambiziose, con l'obiettivo di costruire percorsi di carriera guidati da leader esperti. La mentorship si concentra su tematiche come la consapevolezza di sé, la gestione dei pregiudizi e la condivisione di esperienze, contribuendo a formare le future leader nel settore STEM.
Queste iniziative dimostrano l'impegno delle aziende italiane nel promuovere l'inclusione e la diversità di genere, utilizzando strumenti innovativi come il reverse mentoring per valorizzare le competenze femminili nelle STEM e favorire una cultura aziendale più equa e collaborativa.
Un Futuro inclusivo nelle STEM: oltre il divario di genere e generazionale
Un futuro inclusivo nelle STEM richiede un impegno collettivo per superare le barriere di genere e generazione. Attraverso strumenti come il reverse mentoring, le aziende possono promuovere un dialogo intergenerazionale che valorizzi la diversità e favorisca la crescita professionale delle donne. Investire in queste iniziative non è solo un atto di giustizia sociale, ma anche una strategia vincente per innovare, attrarre talenti e rispondere alle sfide di un mercato in continua evoluzione. Ogni passo verso un ambiente più equo e collaborativo è un passo verso un futuro sostenibile e prospero per chiunque.