Storie e successi delle donne nella matematica
Secondo gli ultimi dati MIUR, il numero delle donne laureate nelle cosiddette materie STEM (Science Technology Engineering and Mathematics), è aumentato negli ultimi tre anni. Però non arriva ancora a eguagliare la percentuale dei colleghi maschi. Nel caso degli uomini i laureati STEM sono il 33,7% del totale, le donne rappresentano solo il 17,6%.
Eppure, nella storia della matematica, spesso considerata un campo prettamente maschile, non sono mancate figure femminili che con il loro talento e la loro determinazione hanno saputo imporsi, lasciando contributi fondamentali. Scopriamo le storie di alcune donne matematiche protagoniste di ieri e di oggi di alcune scoperte rivoluzionarie.
Partendo dall'antichità, non si può non citare Ipazia di Alessandria, vissuta tra il IV e V secolo d.C. Figlia del matematico Teone, divenne a sua volta una delle prime donne matematiche studiosa anche di astronomia e filosofia. Insegnò alla celebre Scuola di Alessandria, scrivendo commentari su opere matematiche dell'epoca.
Facendo un salto nei secoli, nel Settecento spiccano i nomi di due grandi donne matematiche: Émilie du Châtelet e Maria Gaetana Agnesi. La prima, più nota al grande pubblico per la storia d’amore con il filosofo Voltaire, tradusse in francese i Principia Mathematica di Newton, apportandovi commenti originali. L'Agnesi scrisse, invece, le Instituzioni analitiche, un compendio di algebra e geometria analitica molto apprezzato all'epoca.
Donne e matematica: un connubio ostacolato da sempre
Quello che salta all’occhio quando si va alla ricerca di esempi di donne matematiche sono poche quelle che sono riuscite a farsi largo, tra la mentalità maschilista dominante. Chi ha potuto lasciare il proprio nome di donna su un libro di matematica ha dovuto lottare contro discriminazioni e ingiustizie oppure si è avvalsa della vicinanza di una figura maschile che le ha dato credibilità nel mondo scientifico. Sulle tante altre donne che nella matematica hanno investito anni di studio e di ricerca, invece, è calato il silenzio dell’indifferenza. Basti pensare a Sophie Germain, una delle più importanti prime donne matematiche appassionata di teoria dei numeri, che ancora nell'Ottocento dovette fingersi uomo per poter interloquire con matematici come Gauss e Lagrange.
La donna matematica che si finse un uomo
Sophie Germain è stata una donna matematica francese di straordinario talento. Nata a Parigi il 1° aprile 1776 in una famiglia borghese liberale e riformista, crebbe nel pieno della Rivoluzione Francese, influenzata dagli ideali innovatori dell’epoca. La passione per la matematica nacque a 13 anni, quando Sophie Germain lesse di Archimede ucciso mentre era assorto nella risoluzione di un problema geometrico.
Sophie rimase folgorata dall'idea che la matematica potesse essere così affascinante da far perdere la cognizione della realtà e iniziò a divorare testi matematici della biblioteca paterna, studiando di nascosto le opere di Newton ed Eulero. Di fronte alla tenacia della figlia, il padre acconsentì a farla studiare, finanziandone gli studi.
Non potendo frequentare l'École Polytechnique perché donna, Sophie si procurò gli appunti dei corsi e iniziò a inviare elaborati al professor Lagrange firmandosi con lo pseudonimo maschile di M. Le Blanc. Colpito dalla bravura dello "studente", Lagrange volle conoscerlo. Sophie rivelò la sua identità e si guadagnò la stima e il supporto del matematico.
Lavorò sul cosiddetto "ultimo teorema di Fermat" e individuò una categoria di numeri primi che da lei presero il nome. Iniziò uno scambio epistolare, con lo pseudonimo maschile, con il massimo esperto del campo, Gauss, che ammirò molto il suo lavoro.
Sophie si dedicò alla teoria dell'elasticità e con un brillante lavoro ricco di intuizioni che gettarono le basi della moderna teoria dell'elasticità, nel 1815 vinse un premio sul tema delle vibrazioni delle piastre elastiche indetto dall'Accademia delle Scienze francese. Questo la consacrò definitivamente come uno dei grandi matematici dell'epoca.
La Germain fu la prima donna ammessa a frequentare le sessioni dell'Accademia delle Scienze, un privilegio prima riservato solo alle mogli degli accademici. Nonostante i meriti, non riuscì però a ottenere una laurea: l'università di Gottinga decise di assegnargliela honoris causa su pressione di Gauss, ma Sophie morì di tumore al seno prima di riceverla.
Purtroppo, il suo nome non figura tra i 72 scienziati incisi sulla Torre Eiffel, nonostante i suoi studi fossero noti agli ingegneri. Di recente, a questa donna che nella matematica è stata un punto di riferimento sono stati intitolati un cratere di Venere, una scuola e una strada a Parigi.
La prima donna matematica docente universitaria
Per trovare la prima donna che ha ottenuto un dottorato in matematica e prima donna docente universitaria in Europa, ci si sposta nella Russia di metà Ottocento. Sofia Vasilyevna Kovalevskaya è stata una pioniera nel campo della matematica e della fisica. Sfidando i pregiudizi dell'epoca e aprendo la strada alle donne nella scienza, si occupò di equazioni differenziali e meccanica.
Nata a Mosca nel 1850 in una famiglia nobile, fin da bambina mostrò talento per la matematica, come nonno e bisnonno, entrambi noti matematici e astronomi. Dato che all'epoca le donne non potevano frequentare le università europee senza il permesso di padri o mariti, per poter proseguire gli studi all'estero, a 18 anni accettò di sposare Vladimir Kovalevskij. A Berlino fu allieva del celebre matematico Karl Weierstrass, che ne riconobbe l'eccezionale talento.
Sotto la sua guida, Kovalevskaya preparò tre tesi di dottorato, ottenendo il titolo Summa cum Laude dall'Università di Gottinga nel 1874, diventando la prima donna in Europa a conseguire un dottorato in matematica. Al rientro in patria, però, il titolo non fu riconosciuto né le fu offerto un incarico accademico, a causa dei pregiudizi verso le donne. Solo quando si trasferì in Svezia, alla morte del marito, nel 1884 ottenne una cattedra di matematica all'Università di Stoccolma: la prima donna al mondo a ricoprire tale ruolo.
Oltre ai fondamentali contributi in analisi matematica, fisica matematica e meccanica celeste, fu anche un'attivista per i diritti delle donne e una scrittrice. La sua vita, seppur breve, rappresenta un esempio di tenacia e audacia nel perseguire le proprie passioni nonostante gli ostacoli.
Nel 1889 ricevette il Gran Premio dell'Accademia Parigina per lo studio della rotazione della trottola pesante asimmetrica. Kovalevskaja fu molto attiva nei campi dell'analisi matematica (soprattutto equazioni alle derivate parziali), fisica matematica, teoria del potenziale e meccanica celeste. I suoi contributi aprirono la strada alle donne nella matematica e le valsero il ruolo di prima donna professoressa universitaria di matematica in Europa
Il genio matematico è donna: parola di Einstein
Tra le donne matematiche del Novecento spicca il genio di Emmy Noether, che diede contributi fondamentali all'algebra astratta e alla fisica teorica. Il suo teorema mette in relazione le simmetrie di un sistema fisico con le leggi di conservazione.
Emmy Noether è stata una donna matematica tedesca di straordinario talento, considerata una delle figure più influenti nella storia della matematica moderna. Nata nel 1882 a Erlangen, in Germania, da una famiglia ebrea, dovette affrontare numerosi ostacoli nella sua carriera a causa del suo genere e delle sue origini. Il suo nome è legato al celebre Teorema di Noether del 1915, che mette in luce la connessione tra le simmetrie di un sistema fisico e le leggi di conservazione. Questo risultato si è rivelato fondamentale in diversi ambiti, dalla meccanica quantistica alla teoria della relatività.
Noether fu anche pioniera nello sviluppo dell'algebra moderna, introducendo concetti innovativi come gli anelli noetheriani e contribuendo in modo decisivo alla teoria degli ideali e all'algebra non commutativa. Costretta a lasciare la Germania nel 1933 a causa delle persecuzioni naziste, si trasferì negli Stati Uniti, dove continuò le sue ricerche fino alla prematura scomparsa nel 1935.
Albert Einstein la definì "il più grande genio matematico creativo da quando le donne hanno avuto accesso all'istruzione superiore", testimoniando l'enorme stima di cui godeva tra i suoi contemporanei e l'importanza del suo lascito per le generazioni future di matematici e fisici.
La prima donna vince nella matematica
Venendo a tempi più recenti, nel 2014 l'iraniana Maryam Mirzakhani è stata la prima donna a vincere la Medaglia Fields, il più prestigioso riconoscimento in matematica. Ha studiato le superfici di Riemann e la geometria iperbolica, ma la sua brillante carriera è stata stroncata prematuramente da un cancro al seno che l'ha portata alla morte nel 2017 a soli 40 anni.
Nata a Teheran nel 1977, ha mostrato subito di avere il talento straordinario delle donne matematiche, vincendo due medaglie d'oro alle Olimpiadi internazionali della matematica nel 1994 e 1995. Dopo la laurea in Iran, si è trasferita negli Stati Uniti per il dottorato a Harvard, diventando poi professoressa a Stanford dal 2008. I suoi principali contributi hanno riguardato la geometria iperbolica, la teoria ergodica e la geometria simplettica, in particolare lo studio delle superfici di Riemann e dei loro spazi di moduli.
Tra i suoi risultati più noti, rimane la formula che esprime il volume dello spazio dei moduli in funzione del numero di componenti di bordo della superficie e la dimostrazione che i terremoti di Thurston generano un flusso ergodico.
Mirzakhani resta un modello di ispirazione per le giovani scienziate e donne matematiche di tutto il mondo, avendo dimostrato con il suo esempio che anche una donna può raggiungere i massimi vertici nella matematica.
Un esempio per le donne matematiche di domani
La seconda donna nella storia a ricevere lo stesso prestigioso riconoscimento in ambito matematico è una delle donne matematiche dei nostri giorni, l’ucraina Maryna Viazovska che nel 2022 ha ottenuto la Medaglia Fields per aver risolto un antico problema geometrico sull'impacchettamento ottimale di sfere in spazi a 8 e 24 dimensioni.
Nata a Kiev nel 1984, ha vinto due medaglie d'oro alle Olimpiadi internazionali della matematica per studenti universitari nel 2002 e 2005. Dopo la laurea in Ucraina, ha proseguito gli studi in Germania con un master all'Università di Kaiserslautern e un dottorato all'Università di Bonn nel 2013, sotto la supervisione di Don Zagier.
La sua ricerca si è concentrata sulla teoria dei numeri e in particolare sul problema dell'impacchettamento di sfere in spazi a più dimensioni. Nel 2016 ha ottenuto un risultato sensazionale, risolvendo il problema in dimensione 8 e poco dopo, in collaborazione con altri, anche in dimensione 24. La sua dimostrazione, a differenza di quelle precedenti per dimensioni inferiori, è stata considerata sorprendentemente semplice ed elegante.
Attualmente Maryna Viazovska è professoressa ordinaria di teoria dei numeri al Politecnico di Losanna in Svizzera. Nel corso della sua ancora giovane carriera ha già ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Salem nel 2016, il Clay Research Award e il SASTRA Ramanujan Prize nel 2017. La sua storia rappresenta un esempio di straordinario talento e determinazione nel perseguire la propria passione per la matematica.
Maryna Viazovska come Maryam Mirzakhani, come tante altre donne contemporanee e donne matematiche del passato, sfidando pregiudizi e ostacoli, hanno saputo emergere con il loro talento matematico. La loro storia va raccontata perché è fonte di ispirazione per le nuove generazioni, uno stimolo affinché sempre più ragazze intraprendano con entusiasmo lo studio di questa affascinante disciplina.