Tutto quello che devi sapere sul congedo di maternità
Il congedo di maternità è un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro riservato alle lavoratrici durante la gravidanza e il puerperio. È un diritto fondamentale che ha lo scopo di tutelare la salute della madre e del nascituro, garantendo al contempo continuità nel rapporto di lavoro.
Dal punto di vista normativo, il Testo Unico sulla maternità e paternità (D.Lgs. 151/2001) stabilisce tempi e modalità di fruizione, nonché l'obbligo per i datori di lavoro di rispettarlo . Il congedo non copre solo le gravidanze biologiche, ma include anche casi di adozione e affidamento, nei quali la lavoratrice ha gli stessi diritti di astensione dal lavoro per un periodo di tempo analogo .
Durata e modalità del congedo di maternità
La durata standard del congedo di maternità è di 5 mesi, che solitamente cominciano due mesi prima della data presunta del parto e si concludono tre mesi dopo la nascita del bambino.
Durante questo periodo, le lavoratrici hanno diritto a una indennità economica pari all'80% della retribuzione giornaliera, che viene generalmente anticipata dal datore di lavoro e poi rimborsata dall'INPS. Molti contratti collettivi, poi, prevedono che il pagamento del restante 20% sia a carico del datore di lavoro, così da assicurare l’intera retribuzione per tutta la durata del congedo di maternità.
Se le condizioni di salute lo consentono, è possibile usufruire del congedo in modo flessibile. La lavoratrice può, infatti, posticipare l’inizio del congedo un mese prima del parto e proseguire per 4 mesi successivi. Questa opzione prevede, però, specifiche condizioni e certificazioni mediche che attestino che tale possibilità non pregiudichi la salute della gestante e del nascituro. Il congedo di maternità è, infatti, uno di quei diritti lavorativi obbligatori a cui le lavoratrici non possono rinunciare, così come i datori di lavoro non possono richiedere la loro presenza durante il periodo di astensione.
In caso di parto prematuro, la madre che lavora ha diritto non solo ai tre mesi successivi alla nascita, ma anche ai giorni precedenti al parto che non ha goduto. Se il lavoro svolto rappresenta un rischio per la gravidanza o se la lavoratrice soffre di patologie legate alla gestazione, è possibile richiedere un’estensione anticipando il periodo di congedo.
In sintesi, il congedo di maternità rappresenta una tutela indispensabile per garantire un equilibrio tra carriera e vita familiare, proteggendo la salute delle madri e dei loro figli, senza compromettere il rapporto di lavoro.
Il diritto alla maternità anticipata
Il congedo di maternità anticipata è una misura speciale prevista per le lavoratrici che, per ragioni di salute o per la natura delle mansioni svolte, non possono proseguire il loro lavoro in sicurezza durante la gravidanza. In questi casi, la lavoratrice ha il diritto di astenersi dal lavoro prima dei due mesi previsti per il congedo di maternità. Questo diritto è particolarmente importante per tutelare le donne che si trovano in condizioni lavorative o di salute delicate, garantendo loro una protezione adeguata durante la gravidanza.
I casi in cui secondo la legge è possibile andare in maternità anticipata sono:
● la gravidanza a rischio, certificata dal ginecologo;
● le mansioni lavorative considerate rischiose o incompatibili con lo stato di gravidanza e l’azienda non può offrire un cambiamento temporaneo;
● l’ambiente di lavoro non sicuro che può essere un pericolo per la gravidanza, come condizioni strutturali che non si possono modificare.
Congedo parentale e congedo di maternità: quali differenze
Mentre il congedo di maternità è una misura protettiva e obbligatoria focalizzata sulla salute della madre, il congedo parentale rappresenta un’opportunità per entrambi i genitori di conciliare le responsabilità familiari con quelle lavorative.
Il congedo parentale è una misura complementare al congedo di maternità che consente ai genitori di astenersi dal lavoro per prendersi cura del figlio nei primi anni di vita. Si tratta di uno dei diritti lavorativi oggetto di recenti modifiche da parte di due decreti legislativi (il n. 80 e il n. 81 del 2015) attuativi della legge delega n. 183/2014 (c.d. Jobs Act). Mentre il congedo di maternità è obbligatorio e riguarda esclusivamente la madre (o il padre in casi eccezionali), il congedo parentale è facoltativo e può essere richiesto sia dalla madre che dal padre. La sua finalità è garantire un supporto familiare più a lungo termine dopo il periodo di maternità.
A differenza del congedo di maternità, il congedo parentale è di 10 mesi suddivisi tra entrambi i genitori o 11 mesi nel caso di genitore single, e può essere utilizzato fino al compimento dei 12 anni del bambino. In pratica, permette a entrambi i genitori di astenersi dal lavoro facoltativamente e contemporaneamente entro i primi anni di vita del bambino.
L’altra differenza è che, durante il congedo di maternità, la madre percepisce un’indennità pari all’80% della retribuzione. Al contrario, con il congedo parentale, l’astensione dal lavoro prevede l’indennità pari al 30% della retribuzione fino ai sei anni di vita del bambino.
Il congedo parentale può essere fruito in maniera più flessibile rispetto a quello di maternità, anche in modalità oraria, giornaliera o mensile, permettendo una gestione più elastica delle esigenze familiari.
Inoltre, un’altra opzione, oltre al congedo parentale, è quella di chiedere la trasformazione del proprio rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time, con una riduzione di orario che non può superare il 50%.
In sostanza, il congedo di maternità tutela la salute della madre e del neonato, mentre il congedo parentale è uno strumento di supporto familiare che promuove l’equilibrio tra impegni lavorativi e famiglia, permettendo ai genitori di passare più tempo con i bambini.
Come le aziende possono supportare le madri lavoratrici
Le aziende possono avere un ruolo fondamentale nel supportare le madri lavoratrici durante e dopo il congedo di maternità, contribuendo a creare un ambiente di lavoro inclusivo e attento alle esigenze familiari. Implementare politiche di sostegno efficaci serve a migliorare il benessere delle dipendenti, e favorisce anche maggiore produttività e fedeltà aziendale. Ecco alcuni suggerimenti su come le aziende possono supportare in modo concreto le lavoratrici madri:
● Flessibilità lavorativa - Questa misura è importante per aiutare le madri lavoratrici a conciliare vita familiare e professionale. Offrire la possibilità di orari flessibili o dello smart working permette alle neo-mamme di gestire meglio i carichi familiari, senza trascurare la carriera.
● Politiche di reinserimento al lavoro - Le madri che rientrano dal congedo di maternità spesso faticano ad adattarsi al lavoro. I programmi di reinserimento graduale, che includono formazione per aggiornare le competenze, momenti di confronto con i team e supporto psicologico sono molto utili perché aiutano le lavoratrici a reintegrarsi con successo, sentendosi parte dell'azienda.
● Supporto per l’allattamento - Per facilitare il rientro delle neo-mamme, l’azienda può offrire spazi adeguati e privati per l’allattamento. Questo diritto, previsto dalla legge, può essere arricchito da politiche aziendali che incoraggiano un ambiente di lavoro attento alle esigenze delle madri, riducendo lo stress legato alla conciliazione dei doveri materni.
● Benefit per la famiglia - Oltre alle politiche specifiche per la maternità, le aziende possono offrire benefit a supporto familiare che includono voucher per asili nido, convenzioni con strutture educative, o la possibilità di usufruire di permessi retribuiti per la cura dei figli malati. Queste iniziative creano un ambiente favorevole per le madri lavoratrici e migliorano l’la gestione dell’equilibrio tra famiglia e lavoro.
● Cultura aziendale inclusiva - Le aziende devono promuovere una cultura aziendale inclusiva, che supporti sia le madri che i padri nel prendersi cura dei figli, contribuendo così alla parità di genere. Creare un ambiente che valorizzi il congedo parentale anche per i padri riduce il carico sulle madri e incoraggia una distribuzione più equa delle responsabilità familiari.
Incorporando queste misure, le aziende non solo miglioreranno la qualità della vita delle loro dipendenti, ma otterranno anche un ambiente lavorativo più equilibrato, produttivo e motivato.
Best practice dalle aziende
In molte realtà aziendali, il congedo di maternità e il congedo parentale vengono ancora percepiti come interruzioni che influenzano negativamente la carriera delle persone. Per fortuna, esistono aziende che hanno adottato politiche innovative per sostenere i propri dipendenti, dimostrando che un approccio moderno al congedo può migliorare sia il benessere delle persone che la produttività a lungo termine. Ecco qualche esempio.
Vodafone Italia
Vodafone Italia è impegnata su diversi fronti che riguardano la parità di genere e l’inclusione. Tra questi quello della genitorialità e dei bisogni dei neo genitori. In particolare, Vodafone ha implementato una politica di congedo di maternità avanzata, offrendo nove mesi e mezzo di maternità e quattro mesi di congedo parentale retribuiti al 100% per i neogenitori che non possono accedere al trattamento di maternità previsto dalla legge. A questa iniziativa si aggiunge anche un contributo per gli asili nido su tutto il territorio italiano.
Barilla
Anche Barilla ha a cuore il tema della conciliazione tra vita professionale e vita privata, soprattutto quando si diventa genitori. Infatti, a partire dal 1° gennaio 2024, i nuovi genitori hanno diritto a 12 settimane di congedo retribuito al 100%. Nello specifico, ai padri – che possono beneficiare solo di 10 giorni di congedo - verranno riconosciute 10 settimane e mezzo di congedo retribuito in più.
Nestlè
Dal 2008, Nestlé Italia ha implementato iniziative di welfare aziendale innovative, con l'obiettivo di supportare i propri dipendenti durante le fasi cruciali della vita familiare. Tra le più recenti novità, l’azienda ha introdotto un congedo parentale di tre mesi completamente retribuito per i padri, da usufruire nei primi sei anni di vita del bambino. Questa misura si affianca a una serie di altri benefici, tra cui la flessibilità oraria per bilanciare lavoro e famiglia, un supporto economico per il pagamento dell’asilo nido e un sostegno psicologico fornito direttamente sul luogo di lavoro.
L'impatto positivo di politiche per le persone
Queste sono solo alcune delle aziende che implementano politiche avanzate per il congedo di maternità e parentale. Sono però utili a dimostrare che, oltre a migliorare la qualità della vita dei dipendenti, queste politiche contribuiscono alla costruzione di un ambiente di lavoro più equo e produttivo in cui è possibile coniugare le esigenze familiari con il successo professionale.