MAAM Master come ponte tra maternità e lavoro

Maam, la maternità è un master a dispetto di chi la considera un ostacolo nella carriera professionale delle donne. È questa l'idea alla base di MAAM - Maternity as a Master, un innovativo progetto di formazione ideato da Riccarda Zezza e Andrea Vitullo che mette in luce le potenzialità insite nella maternità e aiuta le donne a utilizzarle sul lavoro. Vediamo in che modo l'esperienza della genitorialità può diventare un vero e proprio master nello sviluppo di competenze trasversali preziose.

Cambiare la cultura che penalizza la maternità

Sembra incredibile, eppure ancora oggi gli stereotipi e i pregiudizi culturali associano la maternità a un ostacolo alla produttività e all'impegno lavorativo. Le madri subiscono penalizzazioni in termini di retribuzione, avanzamenti di carriera e persino perdita del posto di lavoro, molto più frequentemente rispetto ai padri.

Numerosi studi hanno evidenziato come la maternità sia associata a retribuzioni più basse per le donne, e non solo nel nostro Paese. Secondo una ricerca di Henrik Kleven, economista di Princeton, in Danimarca le donne guadagnano in media il 20% in meno degli uomini a causa della maternità. Questo divario salariale, definito "child penalty", persiste per oltre 10 anni dalla nascita di un figlio.

Anche in Italia i dati Istat mostrano che lo stipendio delle madri è inferiore del 11% rispetto a quello delle donne senza figli. Alla base di questa disparità ci sono stereotipi e pregiudizi duri a morire, che vedono le madri meno produttive e affidabili, oltre a una distribuzione ancora molto sbilanciata del lavoro di cura familiare.

Colmare questo divario è una priorità per una questione di equità e di efficienza economica: valorizzare il capitale umano femminile, con le competenze uniche portate dalla maternità, significherebbe liberare un enorme potenziale per la crescita e la competitività delle imprese e dell'intero Paese.

La discriminazione femminile è sbagliata, illegittima e soprattutto completamente irrazionale quando si accanisce sulla maternità visto che, proprio grazie all’esperienza della genitorialità, le donne lavoratrici possono diventare una risorsa competitiva per le aziende, come dimostra il percorso di coaching formativo Maam Master.

Accanto agli strumenti legislativi e di welfare, efficaci per supportare le mamme lavoratrici - come congedi parentali, smart working, servizi per l'infanzia - è necessario, però, introdurre anche strumenti culturali in grado di cambiare la percezione svalutativa della maternità che è fin troppo presenti negli ambienti di lavoro.

La maternità è una palestra di competenze

Il MAAM Master offre un approccio innovativo che mira a trasformare la maternità in un'occasione di sviluppo di nuove competenze e di un'identità più forte e complessa per le donne, dando un nuovo impulso per la crescita personale e professionale. Questo potenziamento si basa sulla convinzione che alla nascita di un figlio le donne acquisiscono o incrementano naturalmente abilità tipiche del leader: senso di responsabilità, capacità di analizzare situazioni complesse, empatia, concentrazione, flessibilità. Competenze che, se riconosciute e valorizzate, si rivelano importanti asset per ogni impresa.

Il progetto Maternity as a Master offre, quindi, un percorso digitale di training, riflessione e confronto per accompagnare le neomamme (e anche i neopapà) a prendere coscienza delle risorse sviluppate con la genitorialità e a riportarle con successo sul luogo di lavoro. La maternità diventa l’occasione per allenare Soft Skill  come la gestione del tempo, il problem solving, l’agilità mentale e le capacità di ascolto.

Già adottato da molte aziende italiane - come Poste Italiane, Generali, Unicredit, Enel e Danone - il percorso formativo MAAM la maternità è un master, sta ottenendo importanti risultati. Nelle imprese aderenti al programma, oltre un genitore su due sceglie di utilizzare il MAAM Master e l'86% dei partecipanti afferma di sentirsi più forte e di avere più risorse a disposizione. L’approccio innovativo di MAAM Master, basato su solide basi scientifiche, sta contribuendo a scardinare pregiudizi e a trasformare quella che sembra una debolezza in un punto di forza.

Infatti, l'obiettivo di Maternity as a Master non è solo formare le risorse e fornirle alle aziende, ma è soprattutto contribuire a cambiare una cultura arcaica e miope, aprendo nuove prospettive al rapporto tra vita genitoriale e lavoro, tradizionalmente visti come in conflitto. Tra i due ambiti c'è, invece, una profonda sinergia di competenze ed energie che, se ignorata, è fonte di inefficienze e infelicità.

Il metodo di apprendimento nel metodo MAAM

Il metodo Maternity as a Master si concentra sul life-based learning, cioè l'apprendimento basato sulla vita. Attraverso una piattaforma digitale di e-learning, la formazione avviene in parte online e in parte offline, nelle "palestre" della vita quotidiana. I neogenitori prendono coscienza di quelle abilità acquisite con la genitorialità, che possono applicare anche nel lavoro.

L'esperienza della genitorialità diventa un luogo ideale, di comprovata efficacia, per allenare le Skill trasversali che le madri hanno già a disposizione e che devono valorizzare perché, se applicate in azienda, consentono di aumentare produttività ed efficienza.

Il life-based learning di MAAM mira a cambiare la visione del rapporto tra maternità e lavoro, mostrando che è possibile sfruttare quella sinergia ancora sottovalutata di competenze e di energie. Utilizzando l'esperienza della genitorialità, il master insegna a valorizzare le abilità trasversali spendibili anche al lavoro, attraverso un percorso digitale che integra vita privata e professionale.

Maternità e carriera: l’Italia oggi

In un contesto lavorativo ancora poco favorevole alla maternità, le donne italiane si trovano spesso di fronte a un bivio: carriera o famiglia. Una scelta obbligata che ha ripercussioni non solo sulla vita delle donne, ma sull'intera società. Secondo i dati Istat 2023, il tasso di occupazione femminile in Italia si attesta al 50,7%, ben al di sotto della media europea del 62,5%. Non solo: il 42,6% delle donne con almeno un figlio nella fascia tra 25-54 anni risulta inattiva, contro il 7,2% degli uomini nella stessa condizione.

La rinuncia al lavoro non è l'unica conseguenza dell’atteggiamento penalizzante della maternità. Forzare la donna a scegliere tra figli e lavoro sta avendo un impatto sociale molto preoccupante. Infatti, l'Italia ha uno dei tassi di natalità più bassi d'Europa, con 1,25 figli per donna nel 2021. Fare figli costa, e costa ancora di più se la donna per allevarli deve ridurre ore di lavoro e retribuzione, se deve rinunciare a fare carriera o addirittura al posto di lavoro.

Questa tendenza, se non invertita, porterà a un progressivo invecchiamento della popolazione, con pesanti ripercussioni sul sistema economico e di welfare.

Valorizzare le competenze delle madri lavoratrici, invece di obbligarle a una scelta tra occupazione e maternità, significa non solo garantire pari opportunità e realizzazione personale, ma anche assicurare il futuro del Paese. Perché, come dimostrano progetti come MAAM, la maternità non è un ostacolo, ma un'opportunità di crescita, per le donne e per le aziende. Un cambio di paradigma quanto mai necessario e urgente.

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