Piano strategico per la parità di genere in Italia: a che punto siamo nelle aziende?

La parità di genere è un obiettivo cruciale per lo sviluppo sostenibile, come evidenziato dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Tra gli strumenti europei a supporto c’è la Direttiva (UE) 2023/970, un passo cruciale verso la trasparenza retributiva e la riduzione del divario salariale. In Italia, sulla scia dell’impegno europeo, è stata progettata una Strategia Nazionale per la Parità di Genere 2021-2026 che rappresenta un impegno concreto per ridurre il gender gap e promuovere l'empowerment femminile in vari settori, tra cui quello aziendale.

Strategia Nazionale per la Parità di Genere: i punti principali

La Strategia si articola in cinque aree prioritarie:

  1. Lavoro: promuovere l'occupazione femminile e ridurre le disparità di genere nel mercato del lavoro;
  2. Reddito: assicurare l'equità salariale e ridurre il divario retributivo tra uomini e donne;
  3. Competenze: favorire l'accesso delle donne all'istruzione e alla formazione, con particolare attenzione alle discipline STEM;
  4. Tempo: bilanciare i tempi di vita e lavoro, promuovendo politiche di conciliazione e condivisione delle responsabilità familiari;
  5. Potere: incrementare la presenza femminile nelle posizioni decisionali e di leadership.

L'obiettivo è migliorare di 5 punti l'Indice sull'Uguaglianza di Genere elaborato dall'EIGE, posizionando l'Italia tra i paesi più virtuosi dell'UE.

Stato dell'arte nelle aziende italiane

Nonostante gli sforzi, il gender pay gap persiste in Italia. Il divario salariale persiste e i dati continuano a confermarlo. Le donne guadagnano mediamente meno degli uomini, anche a parità di ruolo e competenze. La Certificazione della Parità di Genere, introdotta di recente, mira proprio a incentivare le aziende ad adottare politiche retributive trasparenti ed eque. Tuttavia, l'adozione di tale certificazione è ancora limitata, e molte imprese devono compiere passi significativi per adeguarsi agli standard richiesti.

Leadership inclusiva

La presenza femminile in posizioni di leadership rimane insufficiente. Nonostante le quote di genere abbiano incrementato la rappresentanza nei consigli di amministrazione, le donne occupano solo una minoranza delle posizioni dirigenziali. La promozione di una leadership inclusiva richiede un cambiamento culturale profondo, che riconosca il valore della diversità e favorisca l'avanzamento delle donne ai livelli più alti delle organizzazioni.

Programmi di mentoring

I programmi di mentoring sono strumenti efficaci per sostenere la crescita professionale delle donne. Tuttavia, in Italia, tali iniziative sono ancora poco diffuse. Le aziende che hanno implementato programmi di mentoring riportano benefici in termini di sviluppo delle competenze, aumento della fiducia e miglioramento delle opportunità di carriera per le donne. Incoraggiare la diffusione di questi programmi può contribuire significativamente alla riduzione del gender gap: ci sono almeno 5 buoni motivi per cui mentoring e coaching sono fondamentali.

Cosa ne pensano le donne

In Italia, le donne percepiscono le misure per la parità di genere nelle aziende con sentimenti contrastanti ed evidenziano la necessità di una maggiore consapevolezza e impegno da parte delle aziende italiane nell'adottare misure concrete per promuovere l'uguaglianza di genere, al fine di colmare il divario esistente e migliorare l'ambiente lavorativo.

Secondo un'analisi di EY, solo il 44% dei dirigenti è a conoscenza della certificazione di parità di genere prevista dal PNRR, evidenziando una scarsa informazione su iniziative governative volte a ridurre il divario di genere. Inoltre, il 68% delle aziende non dispone di una struttura dedicata all'inclusione femminile, e solo il 21% prevede di adottarne una nei prossimi anni. Questa mancanza di strutture organizzative per l'inclusione contribuisce alla percezione di lentezza nell'implementazione di politiche efficaci per la parità di genere. Nonostante ciò, il 66% delle dirigenti donne è favorevole all'introduzione di premi e incentivi per realizzare obiettivi misurabili di parità di genere, indicando un desiderio diffuso di cambiamento.

L’esempio di alcune aziende virtuose

Se da un lato bisogna fare ancora molto, alcune aziende italiane hanno preso a cuore l’impegno verso politiche sempre più inclusive ed eque:

  • Enel: ha adottato politiche di diversità, equità e inclusione, promuovendo l'equilibrio di genere e implementando programmi di sviluppo per le donne in azienda;
  • Lavazza: attraverso il programma Gap Free, l'azienda si impegna a promuovere le pari opportunità e a valorizzare le diversità, con l'obiettivo di generare un impatto positivo nella società.

Altre si stanno distinguendo per aver ottenuto la certificazione della Parità di Genere:

·       Gruppo Hera: la multiutility ha confermato, per il secondo anno consecutivo, la certificazione per la parità di genere, attestando l'impegno nel creare una cultura aziendale libera da pregiudizi e attenta alle persone;

·       Carrefour Italia: ha ottenuto la Certificazione per la Parità di Genere, rilasciata da Bureau Veritas, che attesta l'impegno dell'azienda nel promuovere l'uguaglianza di genere e nel creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso;

·       Plenitude (Eni): ha conseguito la certificazione per la parità di genere secondo la Prassi di Riferimento UNI PdR 125:2022, incoraggiando misure concrete per colmare il divario di genere;

·       Poste Italiane: per il quarto anno consecutivo, le politiche di parità di genere e la trasparenza dell'azienda sono state premiate con la conferma nel Gender-Equality Index (GEI) 2023, il principale indice internazionale che valuta la qualità delle iniziative aziendali per l’uguaglianza e l’inclusione.

Verso un cambiamento sistemico e duraturo

Per realizzare un cambiamento significativo, è essenziale che le aziende italiane:

  • Adottino la Certificazione della Parità di Genere: questo strumento, disciplinato dalla Legge sulla parità salariale e dalla Legge di Bilancio 2022, mira a ridurre le disuguaglianze di genere nelle organizzazioni;
  • Implementino politiche di conciliazione vita-lavoro: flessibilità oraria, smart working e servizi di supporto alla genitorialità possono facilitare la partecipazione femminile al mercato del lavoro;
  • Promuovano una cultura inclusiva: la formazione sulla diversità e l'inclusione, insieme a campagne di sensibilizzazione, può contribuire a modificare atteggiamenti e comportamenti discriminatori;
  • Sostengano lo sviluppo professionale delle donne: attraverso programmi di mentoring, coaching e opportunità di formazione continua.

Conclusione

La Strategia Nazionale per la Parità di Genere 2021-2026 rappresenta un'opportunità fondamentale per l'Italia di avanzare verso una società più equa e inclusiva. Le aziende svolgono un ruolo cruciale in questo processo e sono chiamate a implementare politiche e pratiche che promuovano la parità di genere. L'adozione di misure come la Certificazione della Parità di Genere, politiche salariali eque, leadership inclusiva e programmi di mentoring può contribuire a ridurre il gender gap e a creare un ambiente di lavoro più giusto e produttivo. I casi di successo italiani offrono modelli da seguire e dimostrano che il cambiamento è possibile, a patto che ci sia un impegno coordinato tra aziende, istituzioni e società civile. La strada verso la parità di genere è ancora lunga, ma i progressi compiuti negli ultimi anni evidenziano che, con azioni mirate e determinazione, è possibile ridurre il gender gap in Italia.

Il futuro della parità di genere dipende dall'azione di oggi. È ora il momento di adottare politiche e strategie che non solo supportino le donne nel mondo del lavoro, ma che ispirino un cambiamento sistemico e duraturo nel tessuto sociale e aziendale italiano. Le aziende che abbracciano questo cambiamento non solo contribuiscono a una società più equa, ma si posizionano anche come leader del futuro, capaci di attrarre talenti e generare innovazione.

Solo così l'Italia potrà raggiungere i suoi obiettivi nell'ambito dell'Agenda 2030, diventando un modello virtuoso per altri paesi e contribuendo alla costruzione di una società più giusta e inclusiva per tutti.

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